Domenica, 07 Febbraio 2010 12:27

Il baricentro, lo spirito e l'uomo moderno

Scritto da  Gerardo

Nel seguito, diamo risonanza all'interessante e acuto intervento di Vito Mancuso, apparso sul quotidiano "la Repubblica" del 4 febbraio scorso, sulla questione ecclesiastica oggi. Documentato, ovviamente, lucido e tagliente, come la verità spesso è. Fino a far male.




Estratto da Il Papa il potere e il veleno dei cardinali (di Vito Mancuso, "la Repubblica", 4 febbraio 2010)


"Sarà vero che il documento calunnioso sul direttore di Avvenire è stato consegnato al direttore del Giornale niente di meno che da Giovanni Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano, dietro esplicito mandato del Segretario di Stato vaticano cardinale Bertone, numero due della gerarchia cattolica a livello mondiale? E che l'insigne porporato si è servito di Vian e di Feltri per colpire il direttore di Avvenire in quanto espressione di una Conferenza Episcopale Italiana a suo avviso troppo indipendente e troppo politicamente equidistante? E che quindi il vero bersaglio del cardinal Bertone era il collega e confratello cardinal Bagnasco? Sarà vera la notizia di questo complotto intraecclesiale degno di papa Borgia e di sua figlia Lucrezia?"

A queste domande, Mancuso non può che rispondere, ripensando alla storia e alla cronaca della Chiesa, con un "temo di sì". E osserva che "fu l'allora cardinal Ratzinger, poco prima di essere eletto papa, a parlare di 'sporcizia' all'interno della Chiesa (25 marzo 2005)". Aggiungendo che nessuno, "in questi cinque anni l'ha visto fare pulizia?".

Poi riprende:
"Siamo in un mondo che è preda di una devastante crisi morale", nel quale, in breve, "la missione morale e spirituale della Chiesa è più urgente che mai".

E però cosa accade?
"La gerarchia della Chiesa pensa solo a se stessa […] dilaniata da lotte fratricide all'interno. Certo, nulla di nuovo alla luce dei duemila anni di storia e di certo nessun cattolico sta svenendo disilluso".

Ed ecco un primo affondo:
"Rimane il problema principale, e cioè che oggi, molto più di ieri, il criterio decisivo per fare carriera all'interno della Chiesa non è la spiritualità e la nobiltà d'animo ma il servilismo, e che la dote principale richiesta al futuro dirigente ecclesiastico non è lo spirito di profezia e l'ardore della carità, ma l'obbedienza all'autorità sempre e comunque. Eccoci dunque al tipo umano che emerge dalle cronache di questi giorni: il cosiddetto 'uomo di Chiesa'".

Ora, essendo obiettivi, e di buona memoria storica, è:
"Impossibile non vedere che nella storia ecclesiastica misfatti di questo genere contro gli elementari principi della morale ne sono avvenuti in quantità. Anzi, che cosa sarà mai un foglietto calunnioso passato al direttore di un giornale laico per far fuori il direttore del giornale cattolico, rispetto alle torture e ai morti dell'Inquisizione? È noto che il potere temporale dei papi si è basato per secoli su un documento falso quale la Donazione di Costantino, attribuito all'imperatore romano e invece redatto qualche secolo dopo dalla cancelleria papale".

E dunque?
"È tutto un imbroglio? No, il messaggio dell'amore universale per il quale Gesù ha dato la vita non è un imbroglio. L'imbroglio e gli imbroglioni sono coloro che lo sfruttano per la loro sete di potere, per la quale hanno costruito una teologia secondo cui credere in Gesù significa obbedire sempre e comunque alla Chiesa".
Con le parole di Ignazio di Loyola : "Per essere certi in tutto, dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica".

Ecco allora il secondo affondo:
"Ne viene che il baricentro spirituale dell'uomo di Chiesa non è nella propria coscienza, ma fuori di sé, nella gerarchia. I "principi non negoziabili" non sono dentro di lui ma nel volere dei superiori, e se gli si ordina di scrivere la falsa donazione di Costantino egli lo fa, e se gli si ordina di torturare gli eretici egli lo fa, e se gli si ordina di appiccare il fuoco alle fascine per il rogo egli lo fa, e se gli si ordina di passare un documento falso egli lo fa […]".

E la conclusione:
"Una fede matura sa distaccarsi dall'obbedienza incondizionata alla gerarchia e se vede bianco dirà sempre che è bianco, anche se è stato stabilito che è nero. Né si presterà mai a intrighi di sorta "per il bene della Chiesa". La vera Chiesa infatti è molto più grande del Vaticano e dei suoi dirigenti, è l'Ecclesia ab Abel, cioè esistente a partire da Abele in quanto comunità dei giusti. In questa Chiesa quello che conta è la purezza del cuore, mentre non serve a nulla portare sulla testa curiosi copricapo tondeggianti, viola, rossi o bianchi che siano".

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